giovedì 21 febbraio 2008

Voto utile?

La profonda crisi nella quale si sta dibattendo la classe politica italiana è vista dai più ottimisti come un rinnovamento necessario, come un passo verso il tanto invocato bipartitismo o più semplicemente verso la semplificazione del parodistico mosaico di partiti che, in un intricato gioco di interessi comuni e alleanze, nascondevano il volto della classe politica italiana.

La nostra democrazia trova terreno fertile nella profonda convinzione, diffusa a tutti i livelli della società, che ogni aggregazione di individui, per quanto numericamente insignificante, abbia il diritto di essere rappresentata. È stata per questo definita “dittatura delle oligarchie”: i partiti nascono come gruppi di pressione veri e propri, e il trasformismo è all’ordine del giorno. La nascita del PD, anteriore alla caduta del governo Prodi, ha spinto il centrodestra a semplificarsi nel Popolo delle Libertà. In un momento in cui l’antipolitica sembra farsi spazio ovunque, siamo di nuovo chiamati a votare. La crisi coincide con una campagna elettorale.
Intorno ai due “poli” la frammentazione tende a semplificarsi, è vero, ma se c’è un cambiamento in questo momento di shock, è una brusca virata, che definirei antidemocratica.

Il Partito Democratico è ormai una realtà di centro, che ricorda il New Labour inglese. La laicità, come evidenzia Odifreddi nella sua lettera aperta a Veltroni, rimane una parola svuotata di contenuto nel futuro atteggiamento del partito, e anzi viene accantonata, sottolineando nel Manifesto dei Valori «la rilevanza nella sfera pubblica, e non solo privata, delle religioni».
Nello Statuto, nel Codice Etico e nel Manifesto dei Valori del PD è assente, per la prima volta nel centrosinistra italiano del dopoguerra, ogni riferimento alla Resistenza o all’antifascismo. L’eredità della sinistra è lasciata tutta in mano ai dieci punti percentuali della Sinistra Arcobaleno, unica realtà rimasta per la quale le convergenze sono in primo luogo di ordine politico e valoriale, e non un calcolo di interessi, la riserva indiana della giustizia sociale, della laicità e della pace. Il centrosinistra ha chiuso l’esperienza con la sinistra radicale.
Alla destra del PD la Rosa Bianca si propone come alternativa svuotata di contenuti ai due poli, e ha il solo effetto di confondere ulteriormente le acque e ingaggiare una battaglia per i voti degli indecisi con i due neonati partiti, ma soprattutto per i voti cattolici “puri”. In questi giorni si parla di voto utile, ma la realtà è che in questa corsa al bipolarismo si creano delle voragini ideologiche nelle quali trovano linfa vitale i vari Casini, Mastella e Tabacci. E queste realtà parassitarie, che in un sistema bipolare non hanno ragione di esistere, avranno una grande libertà di manovra quando si conteranno le schede. Quando il centrosinistra chiude con la sinistra radicale, il centrodestra chiude con il centro, diventando destra.
Il matrimonio tra Forza Italia e AN è un brusco spostamento, e all’estrema destra nasce, come all'improvviso, una pericolosa realtà neofascista, La Destra di Storace, che attacca ripetutamente il “traditore” Fini, ma è in continuo dialogo con il PDL, definito per l’appunto “troppo a destra” anche da Mastella.
Tutto questo a due settimane dall’annuncio di alcune destre europee (austriaca, francese, belga e bulgara) di creare un partito di “Patrioti Europei”, al grido “patrioti di tutta Europa, unitevi!” La gravità di questa deriva, confermata dalla guerriglia xenofoba in atto in Germania, non è da sottovalutare. L’Europa si ritiene immune da ogni forma di autoritarismo, è vero, ma è una convinzione che può essere discussa, soprattutto per quanto riguarda l’Italia. Alcuni giornalisti stranieri intravedono la possibilità che il nostro paese sia diventato il terreno ideale per l’arrivo del populismo, un populismo “sudamericano” per intenderci, incarnato nella figura del Cavaliere. Nel momento in cui il sistema democratico sta cercando di riformarsi per sopravvivere alla propria complessità, non è così assurdo temere una deriva autoritaria, nel margine di manovra concesso dalle nostre istituzioni. Il totale controllo di sei canali televisivi su sette, il parziale controllo della stampa, falsi in bilancio, conflitto di interessi e leggi “ad personam”, concorso in associazione mafiosa, e svariati altri reati sono stati gli antipasti. Rischiamo di essere arrivati al dolce.
Ritengo che la politica italiana stia toccando il fondo e debba essere ridisegnata. Sarà un processo lungo, faticoso e doloroso. Ritengo che il Partito Democratico sia solo una base, ancora ben lontana da una sua struttura, integrità e affidabilità programmatica. Ritengo una forzatura colossale questo tentativo di creare il bipolarismo-bipartitismo in due mesi, con la sola conseguenza di correre il rischio di dover poi affrontare la necessità di una grande coalizione, con la conseguente immobilità. Ma, nonostante questo, invito chi sta leggendo queste righe a una responsabilità individuale che eviti ogni sorta di compromesso etico estremamente pericoloso in questo momento delicato per la democrazia italiana. I nuovi toni pacati, la veneranda età e la storia personale del Cavaliere parlano chiaro. È forse l’ultima possibilità per lui di orientare la sfera pubblica al servizio del suo impero mediatico e finanziario, per dare un’ultima spallata al nostro paese.
Il mio non è un discorso politico, ma etico. Il servilismo è diventato una virtù in un paese che non crede più in niente, la corruzione dilaga, non c’è rispetto per la vita dei lavoratori, l’evasione fiscale, per quanto combattuta dal governo Prodi, è ancora vergognosa. Berlusconi ha recentemente sostenuto a Porta a Porta che la lotta all’evasione fiscale frena i consumi, per iniziare a riguadagnare un po' di consenso.
Proprio perché siamo il paese della corruzione, del nepotismo e delle tangenti, proprio perché la politica è marcia, proprio perché ognuno sa come funziona, è inaccettabile andare a votare il simbolo di questo sistema, colui che lo incarna.


Dobbiamo decidere se lasciarci sopraffare dalla sola sensazione che ci lascia questa politica, lo schifo, o se dobbiamo cercare delle risposte.
Non credo che questa "sinistra" abbia bisogno dell'antiberlusconismo per trovare la sua identità.
Credo che ne abbia bisogno il paese. Credo che dopo quattordici anni sia giunto il momento di voltare pagina. Di darci un'altra possibilità.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo, ho dato una lettura al tuo intervento, e direi che a grandi linee concordo con quanto da te espresso. Credo solamente che tu sia affetto da un po' di ingenuità nei confronti della sinistra arcobaleno, la quale credi mossa da meri ideali ed esente da qualsivoglia gioco di potere e/o interesse, quando anche loro sono, ahimè, invischiati nell'immobilismo e nel trasformismo caratterizzanti il nostro panorama politico. Per non parlare dell'anacronismo quasi paradossale delle posizioni di certi suoi esponenti..altra cosa, quando parli di eredità della sinistra, sembra che tu ignori mezzo secolo di storia italiana, è vero che la resistenza e l'antifascismo sono importanti, ma che dire di tutto quello che è accaduto dal dopoguerra ad oggi e del ruolo assunto dalla nostra sinistra radicale?
Mi fermo qua, che mi sono già venute in mente troppe cose da scrivere e poi divento logorroico.
a presto
gigi

Anonimo ha detto...

Carlo, capisco il tuo punto di vista, ma la sinistra come la vedi tu non esiste più. Quella di cui parli, provoca solo più conflitti, non difende i deboli, l'ambiente, gli animali come predica. E sai perché? Perché semplicemente non ne sono capaci. Continuano a parlare un linguaggio "politichese" senza avere una minima cognizione della concretezza.
Creano danni. E te lo dice una che nella sinistra c'è cresciuta. E che ora vede suoi coetanei, compagni di battaglia, essere identici a un mastella della situazione: incapaci di vedere, di fare, intrappolati negli apparati.
andare contro e basta non serve a nulla, bisogna cambiare modo di vedere, bisogna capire che così come si evolve la tecnologia così vale anche per la politica: i problemi sono diversi (e peggiori), occorre cambiare, radicalmente.
non dico che il Pd sia la soluzione con la ricetta magica, ma davvero non ha senso la frammentazione, è il momento del bipolarismo punto e basta. Anzi io avrei anche eliminato radicali, di pietro e tutti gli altri .ma cosa mi rappresentano? poltrone non idee, carlo, poltrone.
E io che ho masticato la politica delle trattative delle candidature e delle lotte intestine ti assicuro ne so qualcosa.
Si può cambiare, si deve.
Se la sinistra vuole esistere, deve isolare i propositi di difesa delle classi deboli e importarle in un sistema di ragionamento più ampio.
punto e basta.

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo com’è’?...leggo con interesse il tuo blog e apprezzo lo sforzo di riflessione che metti nell’analizzare la situazione politica attuale, anche se spesso mi chiedo quanto questa politica se lo meriti un tipo di interesse ancora così “puro e sacro”. Credo anzi che ormai che per 6 italiani su 10 guardare un derby o andare a votare sia la stessa cosa.
Volevo solo però solo farti una critica sulle parole che usi nelle tue frasi del blog:
-quando parli del Pd usi parole del tipo : “Ritengo che il Partito Democratico sia solo una base, ancora ben lontana da una sua struttura, integrità e affidabilità programmatica”
-quando parli del Cavaliere: “È forse l’ultima possibilità per lui di orientare la sfera pubblica al servizio del suo impero mediatico e finanziario, per dare un’ultima spallata al nostro paese.”
Convieni con me che sarà pur quello che pensi, ma l’approccio non lo ritengo dei più giusti. Cadi in un modo ti vedere la politica troppo popolano e da Bar, tra l’altro parlare di Silvio come se esistesse solo lui, francamente il Pdl mi sembra qualcosa di ben più consistente. Come il Pd allo stesso tempo e la base……la base….la base di cosa??la base del Pd sono le stesse persone dell’Ulivo, tolta qualche pessima falange in politica da tantissimi anni, con un trascorso più o meno estremo (chi democratico chi comunista per intenderci). La scelta del voto starà nelle proprie convinzioni personalissime, tanto chierichetti non li voteremo mai! E poi mi permetto di dirti che ci sono tanti altri partiti che vogliono a tutti costi esistere e che continueranno ad avere un ruolo fondamentale in questa politica (vedi UDC e i centristi in genere).
Un ‘ ultima cosa sull’evasione: Berlusca non ha mai sostenuto come sbagliata la lotta all’evasione, ha solo criticato e condannato un sistema di polizia tributaria che vada a invadere nel più intimo la vita privata delle persone pur di controllare i loro movimenti finanziari, sino ad addirittura togliere la carta come valuta. L’evasione va combattuta, ma prima dell’evasione vanno combattuti gli sprechi, i costi della politica, le istituzioni che non servono, e poi, una volta ridotte le tasse a tutti grazie ai risparmi fatti, A TUTTI!, allora bastonare che non le paga. Ma non bastonare quando un operario è costretto a pagare il 50% di tasse su quello che guadagna , solo perché magari e riuscito a risparmiarsi una casetta per vivere.
Ciao Carletto, ti abbraccio Alberto Benna 5scC