venerdì 11 aprile 2008

Resteremo vivi

In questi giorni torinesi ho lasciato che televisioni, giornali e dibattiti mi bombardassero di campagna elettorale, opinioni, editoriali, insulti, discussioni da bar, da circolo, da bus.

Vorrei che tutto sparisse per sempre, e per tutto intendo questa politica marcia, corrotta e bugiarda, questa Italia credulona, clientelare e vecchia. Disillusa e con le spalle al muro. E vorrei che dalle ceneri del tutto germogliasse un paese sano, pulito e onesto. Ma tutto questo non può sparire. Bisogna scegliere.
Io andrò a votare. In questi giorni sono apparsi sui principali quotidiani – e a più riprese su La Stampa – appelli al voto come “dovere”. La sola cosa che mi viene da rispondere è che il voto sarà anche un dovere, ma l’onestà e la trasparenza nei confronti degli italiani sono doveri – quelli sì – imprescindibili, semplicemente ignorati dalla nostra politica, dalla Casta. Io capisco, e in parte invidio, chi non andrà a votare. Chi andrà a protestare alle urne, si farà trascinare in questura, vomiterà il suo disprezzo. Chi semplicemente starà a casa a farsi divorare dalla rabbia, seguendo con spasmodica impotenza queste ore elettorali. Li invidio perché io non riesco ad assistere inerme a questa gigantesca pagliacciata.

Votare non è una questione di calcoli. Ma se anche lo fosse, sarebbe molto improbabile che uno tra PD o PDL vincesse in maniera netta sia alla Camera che al Senato. Ed è altrettanto improbabile che uno degli “altri” superi in più regioni l’8% (la percentuale di sbarramento) al Senato, offrendosi così come riempitivo per la governabilità. Lo scenario più probabile è il Grande Inciucio. Non che la previsione mi scandalizzi particolarmente, anzi. Il Compromesso Storico fu di ben altra portata.
Decifriamo però il Grande Inciucio: su cosa sarebbero in grado di accordarsi PD e PDL?
Gli interessi che hanno in comune i due pigliatutto hanno poco a che vedere con un’Italia migliore, non hanno niente a che vedere con l’Italia “che non arriva a fine mese”. Lasciamo pure la domanda in sospeso. Una nuova legge elettorale? Forse uscirebbe dal cilindro, e la americanizzazione della politica italiana vivrebbe le sue ultime fasi. Due grandi partiti, pochissime differenze. Al momento i due programmi elettorali si somigliano, è vero. Eppure ricordiamoci che, solo per fare un esempio, ci sono tanti elettori della Sinistra Arcobaleno tentati dal voto utile, ogni tanto Veltroni deve ammiccare anche a loro. Ricordiamoci che gli attuali elettori del PD erano fino all’altroieri elettori di centro-sinistra, non possono ingoiare il boccone tutto insieme, non possono risvegliarsi un mattino ed essere elettori di centro. Anche se lo sono già.
E soprattutto, ricordiamoci che questa “semplificazione forzata” del nostro mosaico di partiti è stata sì, in parte, un circolo virtuoso, che ha in primo luogo eliminato i panni sporchi che avevano passato il limite della decenza (leggi Mastella) e reintegrato quasi tutti gli altri sotto mentite spoglie, ma è stato soprattutto un deciso balzo a destra (dov’è il centro rispetto alla sinistra?) di TUTTA la politica italiana. Non c’è stato un avvicinamento reciproco, è fondamentale non dimenticarlo. Anzi: come ho già avuto modo di sottolineare, Berlusconi (candidato premier) ha letteralmente scavalcato Fini – e il suo passato nero – creando e finanziando la nostra nuova realtà neofascista, La Destra, che, benché non faccia troppa paura a livello nazionale (anche se credo che ci stupirà), nelle realtà locali (leggi Roma, ma non solo) è la base popolare del PDL, nonché il suo braccio armato.
In questo contesto, votare PD è votare un po’ anche Berlusconi.
Dico questo con la morte nel cuore, perché anch’io sono stato, a tratti, affascinato dagli slogan dovutamente svuotati di senso del PD, anch’io ho amato il “io non sono figlio di nessuno e voglio avere delle opportunità” di Veltroni, anch’io in alcuni momenti ho creduto in questo ibrido nato per fare il colpaccio. Ma la realtà è diversa.

Mi sembra giusto, dal momento che molti di voi mi hanno letto in queste settimane, dirvi come la penso. Io invito chi voterebbe PD a votare Di Pietro. In un paese normale, in una democrazia sana – ma ne esiste una? – Italia Dei Valori non esisterebbe – e comunque “non esisterebbe” ma a destra –. A casa nostra sono proprio quei valori che non esistono. Pensate che Di Pietro è l’unico politico appoggiato dalla cosiddetta “antipolitica” di Grillo. Di Pietro è intransigente, anche se in passato a volte non lo è stato abbastanza, Di Pietro è il primo – e forse l’unico – a volere una politica PULITA, onesta. Solo da lì il vostro bipartitismo – di voi che votereste PD – può ripartire. Ricordo che il “valore” che più ha legato sinistra riformista e sinistra radicale negli ultimi 14 anni è stato l’antiberlusconismo, non dovuto alla demonizzazione dell’avversario (benché qualcuno dei miei lettori creda questo) ma all’intollerabile legalizzazione dell’illegalità che ha rappresentato Forza Italia dal giorno della sua nascita. La politica non è la cura dei propri interessi, ma di quelli di tutti. E senza onestà non si va da nessuna parte.

Io voterò Sinistra Arcobaleno. Alla Camera e al Senato. Potessi ripulirla da un vocabolario vecchio di un secolo e mezzo, potessi accelerare le spinte di rinnovamento che la percorrono, lo farei. Ma non mi illudo, anche la Sinistra Arcobaleno è un ripiano dello scaffale politico che abbiamo visto crescere, invecchiare e ammuffire in questi anni. Ma io non mi perdonerei mai di aver abbandonato a sé stesso quel ripiano lì, dove c’erano le istruzioni per un mondo altro, per un’Italia diversa. La Sinistra Arcobaleno si nutre di esperienze e valori altri, che spesso è scomodo – anche se mai così realistico e attuale – nominare. Innanzitutto la decrescita. Accettiamola, rendiamola uno stimolo per una vita a misura d’uomo.

La Sinistra Arcobaleno lotterà. Per i diritti delle minoranze che saranno sacrificate nel nome del PIL, dell’identità nazionale, culturale e religiosa. E' l’unica sinistra che ci resta. O ripartiamo da lì, o il nostro tasso di astensionismo salirà, salirà, e, un giorno o l’altro ci accorgeremo – se ci rimarrà il tempo per accorgerne – che siamo spariti anche noi.

Ah, non mi sono rivolto a chi ha intenzione di votare il PDL.
Forse non mi resta che citare Sartre: “ogni popolo ha il governo che si merita”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho paura!! Votare Sinistra Arcobaleno... mi piacerebbe molto, ma altrettanta sarebbe la paura di aver sprecato il mio voto...
Sicuramente lo farei con spirito differente rispetto a quello che sarebbe il votare "contro" e non, come dovrebbe essere, per uno schieramente politico per cui ho stima e di cui condivido gli ideali...
Ho paura a farlo... ho paura che ciò significhi un -1 per il PD e di conseguenza un +1 per il PdL...
...sarà l'ENNESIMO voto "contro"?!?!
Ciao

Enrico

Anonimo ha detto...

Non credo più da anni nella differenza tra "destra" e "sinistra" da troppo tempo complottano insieme per rimpinguare le loro tasche a scapito nostro, ma il mio voto andrà a destra solo per mentalità e perchè penso che sia (tanto per cambiare) il male minore. Conscio del fatto che si metteranno daccordo tra di loro, se già non lo hanno fatto, per decidere chi andrà su e chi andrà giù. Mi piacerebbe credere che una persona nuova possa ascendere e dare una bella ripulita ma il solo modo che vedo per riuscirci sarebbe poco simpatico ai più ed estremamente "risolutivo".

Sempre in discussione...
Ricky "Zelweg"